Messaggio della Capo Guida e del Capo Scout d’Italia per l’apertura del nuovo anno scout

Quando tutto ti sembra cancellato, allora parti per l’avventura: apriti la strada con coraggio.

Quando ti sembrano cancellati l’entusiasmo, la speranza, l’amore, questi tre sentimenti meravigliosi,

allora parti per l’avventura con coraggio. L’avventura della tua vita.

Questa tua vita, oggi, qui, con questi pesi.

Questa materia con cui si costruisce il miracolo di una cattedrale di gioia.

(Basadonna Giorgio, Spiritualità della strada)

Carissime capo, carissimi capi e assistenti ecclesiastici,

con gioia e gratitudine ci rivolgiamo a voi ad inizio del nuovo anno scout, in quanto membra attive e vitali delle Comunità capi dei circa 1.900 gruppi presenti in ogni parte d’Italia. Siamo oltre 30.000 adulti che con grande passione accompagniamo il cammino lungo la pista, il sentiero e la strada di circa 150.000 bambine e bambini, ragazze e ragazzi di questa nostra Associazione. Con altrettanta gioia diamo il benvenuto a coloro che, giovani e adulti, quest’anno inizieranno il cammino scout e la nostra fiducia sarà lì a fare il tifo per loro, quando a breve pronunceranno la Promessa. Un impegno coerente, la Promessa, che ha permesso allo scautismo italiano di attraversare con coraggio il periodo pandemico più critico, offrendo oggi segnali di forte ripresa nei territori, nonostante le tante difficoltà.

Quando tutto ti sembra cancellato, allora parti per l’avventura:

apriti la strada con coraggio.

È straordinario incontrare, nuovamente numerosi, per strada o immersi nella natura, coccinelle, lupetti, guide, esploratori, scolte e rover e cogliere la sensazione, diremmo meglio la certezza, che ogni volta qualcosa di bello stia per accadere. È una bellezza che prende forma e si rinnova ad ogni esperienza vissuta e percorsa dai ragazzi, su una strada di servizio e generosità.

Una sfida importante oggi è quella di abitare con sguardo nuovo i nostri territori, nella prospettiva di mettere in atto forti impegni di cambiamento: «Sentiamo il bisogno di diventare “abitanti intenzionali”: scegliere quali luoghi abitare, conoscerli e conoscere chi li abita con noi, riappropriarci di spazi comuni per renderli inclusivi e accoglienti». Sono parole contenute nel Documento, approvato al Consiglio generale 2022, “Comunità aperte: per costruire insieme il futuro” in cui leggiamo ancora: «Come guide e scout siamo chiamati alla costruzione del bene comune. Siamo giovani e adulti insieme: ragazze e ragazzi, capo e capi. Insieme vogliamo prendere parte – partecipare – alla vita del Paese, della Chiesa e dell’Associazione. Ci sentiamo chiamati a contribuire nelle comunità che abitiamo, con uno sguardo vigile verso i bisogni, con la responsabilità del prenderci cura, attraverso un impegno attivo e concreto».

Per questo occorre uscire tutti dai confini dei nostri Gruppi per raggiungere l’umanità invisibile, assumere il ruolo di collante in un momento in cui aumenta il divario economico e sociale all’interno delle comunità e i fenomeni migratori interpellano in vario modo il Paese. I nostri Gruppi sono specchio di tutto questo, in quanto luogo di accoglienza aperta e di condivisione di percorsi anche con le ragazze e i ragazzi di altre religioni.

Abbiamo fiducia che l’Associazione accogliendo ogni nuova sfida educativa, saprà operare le scelte in modo profetico con la consapevolezza che siamo qui per lasciare sempre una traccia!

Viviamo un tempo complesso! La guerra, che pensavamo si potesse arrestare, prosegue invece imperterrita il proprio cammino. Il Papa ha usato parole forti sull’urgenza di arrivare alla pace: «Siamo in grave pericolo. Pertanto, vi dico, siate artigiani di pace intorno a voi e dentro di voi, affinché il mondo riscopra la bellezza dell’amore, del vivere insieme, della fraternità, della solidarietà» (Papa Francesco, Discorso ai giovani pellegrini del Belgio, 2022).

Il nostro documento “Artigiani di Pace”, approvato al Consiglio generale 2022, sembra fargli eco: «La nostra storia, il passato e il presente, il nostro metodo educativo, le esperienze che viviamo insieme alle nostre ragazze e ai nostri ragazzi sono il più grande antidoto contro la violenza e sono tutte rivolte alla formazione di uomini e donne pacificati e, perciò, pacifici. Assumendoci tutte le responsabilità che comporta la necessità della profezia, intendiamo ribadire che dalla guerra se ne esce investendo sulla Pace e non sulla guerra stessa. Il nostro rifiuto della violenza in ogni sua forma deve essere, oggi più che mai, radicale».

Esortiamo perciò tutta l’Associazione a fare di più, perché la guerra si può e si deve fermare!

È una scommessa che possiamo vincere, dando la nostra “parola di scout” così come avvenne nel 1920 a Londra, quando gli ottomila partecipanti al primo Jamboree, gridarono il loro “si” all’invito di B.-P. a contribuire allo sviluppo della pace e della felicità nel mondo.

Dopo quasi cento anni, l’esperienza del Jamboree, che vivremo nel 2023 in Corea del Sud, chiede allo scautismo mondiale di rinnovare quella “parola di scout”, facendola diventare un moltiplicatore di volontà per edificare la pace.

L’avvio di questo nuovo anno scout è caratterizzato da un impegno ulteriore verso il Terzo settore. Un nuovo percorso che, è bene ricordare, l’Associazione aveva avviato già negli anni ’90, offrendo il proprio contributo alla legge quadro sull’associazionismo e che prosegue ancora oggi attraverso una presenza qualificata e propositiva nei territori. Nel settembre del 2003, l’Agesci ha scelto di aderire al Terzo settore, con la qualifica di Associazione di Promozione Sociale (APS), su mandato del Consiglio generale 2001. Più recentemente, al Consiglio generale del 2019, si è deciso di avviare il percorso di adeguamento dello Statuto al nuovo quadro legislativo di riferimento (D.Lgs. 3 luglio 2017, n.117), in vista anche dei nuovi obblighi che sarebbero entrati in vigore con l’avvio del Registro Unico del Terzo settore (RUNTS).

Oggi aderiamo di fatto e a pieno titolo, ad una realtà che ha una forte rilevanza politica e sociale nel panorama italiano, composta da organizzazioni di volontariato, imprese sociali, associazioni. Tutti insieme svolgiamo la funzione di soggetto attivo nella vita democratica del Paese, rafforzando un percorso culturale interno ed esterno all’Associazione che ci permette di passare dall’ “IO” al “NOI”, nella prospettiva di uscire dall’autoreferenzialità e camminare con tutti coloro che, nei nostri territori, vogliono contribuire al bene comune.

Cogliamo l’occasione per comunicarvi che anche quest’anno il Consiglio generale ha approvato una deroga per il censimento 2023 in cui prevede che il Comitato di Zona, una volta verificata la proposta di censimento delle direzioni di unità e di Gruppo, possa procedere in autonomia alla fase autorizzativa, superando tutti i limiti attualmente presenti nel sistema. L’unica eccezione è che la conduzione dell’unità non potrà essere attribuita ad un capo nel suo primo anno di Comunità capi. Spetterà al Comitato di Zona il compito di autorizzare le unità, valutate le azioni proposte dalle Comunità capi. Tale autorizzazione, può essere rilasciata, solo se subordinata alla condivisione tra Comitato di Zona e Comunità capi di un progetto che porti al superamento della situazione di deroga.

Rendiamoci compagni di viaggio nel Cammino sinodale delle Chiese in Italia, quest’anno dedicato ancora all’ascolto del Popolo di Dio, un ascolto più ampio, profondo, trasformante, capace di raggiungere tutti. Lasciamoci interpellare da questo nostro “andare con” mettendoci alla ricerca, in modo corresponsabile, di adeguate opportunità e spazi di ascolto e nella riscoperta della radice spirituale (“la parte migliore”) del nostro servizio.

Come discepoli di Emmaus, anche noi, camminiamo non da soli, ma a due a due, capi e ragazzi, un cammino fianco a fianco, come fratelli maggiori.

Buona Strada!

Daniela Ferrara e Fabrizio Marano

La Capo Guida e il Capo Scout d’Italia

 

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