Il racconto della seconda giornata del Consiglio generale

Stare sulla soglia custodendo insieme lo spazio intimo e l’apertura al mondo esterno. Inizia così, ispirandosi ad Abramo e all’episodio delle querce di Mamre, la seconda giornata del Consiglio generale. Attenti a sé ma pronti a prendersi cura del mondo che abitiamo: Costruttori di comunità nei territori, appunto.

La mattina scorre veloce fra i lavori di commissione e le deliberazioni. Approvati, in particolare, il proseguimento del percorso sull’educare alla vita cristiana, con l’impegno – tra gli altri – a sostenere la crescita spirituale dei capi. Si propone, inoltre, una condivisione delle esperienze dei Gruppi impegnati nell’iniziazione alla vita cristiana, compreso l’accompagnamento ai sacramenti. Rimane aperta la riflessione sulla figura dell’assistente ecclesiastico all’interno Gruppi.

Per quanto riguarda il documento “Relazioni etiche, sane e di cura”, si decide di puntare alla diffusione e alla conoscenza dei temi in esso contenuti affinché diventino prassi per l’associazione.

Serrato poi il confronto sulla formazione capi. Dopo un percorso di sette anni il Consiglio generale approva il nuovo Modello formativo. Diventa realtà l’ipotesi A che, semplificando, dà il via libera al percorso tirocinanti senza obbligatorietà del CFT e alla possibilità di prevedere il CFM a moduli su weekend, rispettivamente a discrezione di Zona e Regione.

Confermata poi l’importanza dell’appartenenza al Terzo settore, con la richiesta di proseguire nell’approfondimento sul tema e di implementare l’ufficio già operante nella segreteria nazionale, in aiuto ai Gruppi. Il Consiglio generale ha anche deliberato l’aumento del costo del censimento dei soci di 5 euro.

Ancora, sono state approvate “Le linee guida sul tema dell’accoglienza, del dialogo interreligioso e multiculturale” che prevedono, tra i punti più significativi, la necessità di offrire ai ragazzi di altre fedi la possibilità di raggiungere i traguardi di crescita che il metodo prevede, compresa la partenza. Intense, su questo fronte, le testimonianze del Marghera 1 e del Fano 2. I capi hanno raccontato la storia di Zikra e quella di Isma, arrivato in Italia dal Gambia e coinvolto nella comunità R/S del Fano 2: “Di ragazzi con una fede così ne abbiamo incontrati pochi, e le due volte che ci ha raccontato del suo viaggio, ci ha detto di non aver mai smesso di confidare in Dio. Le nostre paure le abbiamo affrontate di Co.ca. e si sono pian piano sciolte. Isma ha preso la partenza nel 2023″. Don Giuliano Savina, responsabile dell’Ufficio CEI per l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso, ha commentato: “La regola non chiude, ma apre. Ti mette nella condizione di capire che cosa il mistero ti sta chiedendo, e quindi ti chiede l’umiltà di entrare dentro per percepire cosa realmente ti è chiesto. Ci sono delle Buone notizie che ci precedono, che ci stanno davanti”.

Momenti significativi sono poi stati il ricordo di don Milani a cento anni dalla nascita (ascolta qui la puntata speciale di SEMI, il podcast di Proposta educativa), la presentazione della Escape room a tema mafia allestita dal Genova 13 in un bene confiscato alla criminalità organizzata (qui la loro storia) e la presentazione della Base regionale di Erbè, nel Veronese, sorta anch’essa su un terreno confiscato (approfondisci qui).

Si chiude con la preghiera finale e la ripresa dell’episodio delle querce di Marme. Poi il meritato riposo. Fino al mattino, quando si è riaccesa la lampada ai piedi dell’icona della Trinità, alimentata con l’olio dell’olivo di via D’Amelio a Palermo, piantato dove fu ucciso il giudice Borsellino.

(di Laura Bellomi, caporedattrice di Proposta educativa)

Foto di Matteo Bergamini e Andrea Pellegrini

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