Il primo giorno del Consiglio generale 2025

Si è aperto a Bracciano (Roma), con la cerimonia dell’alzabandiera e l’inno nazionale, il Consiglio generale 2025 dal titolo Custodi di sogni. Il dono di una ninfea origami appoggiata su un cartoncino verde a raccontare esperienze di pace delle nostre realtà, è l’invito a guardare quel che già fiorisce nei nostri territori e li fa nuovi. 

 

Giorgia Caleari e Fabrizio Marano, Capo Guida e Capo Scout d’Italia, in apertura dei lavori hanno sottolineato l’importanza della nostra scelta irrinunciabile come capo e capi a educare, ancorati al sogno del Patto associativo, invitandoci a essere artigiani di fraternità nelle Comunità capi, in ogni luogo associativo, nelle comunità cristiane, nel nostro Paese. 

 

Pensando ai nostri ragazzi e alle nostre ragazze, l’analisi sociale in questo momento restituisce due aspetti opposti: il senso di vuoto e il senso di saturazione. Il primo legato a un arretramento del senso di responsabilità, che come educatori ci interroga profondamente; il secondo caratterizzato da un eccesso di controllo da parte degli adulti: un atteggiamento iperprotettivo che mina l’autoeducazione alla base del nostro agire educativo.  

 

In questo scenario siamo chiamati a chiederci cosa significhi essere custodi di sogni. Il Consiglio generale è dunque anche occasione per raccogliere i sogni dell’Associazione con uno sguardo plurale, ampio e di comunione, uno sguardo che darà vita alle SNI, le Strategie Nazionali di Intervento che guideranno l’AGESCI nei prossimi anni. “Se vuoi andare dritto, attacca l’aratro a una stella”, dice un antico proverbio, che rimanda all’umiltà della terra e alla grandezza del cielo, fidandoci del fatto che sapremo riconoscere la stella e orientarci. 

 

In conclusione, un invito e un augurio: che il nostro desiderio di lasciare il mondo migliore di come l’abbiamo trovato non ci distragga dal riconoscere i segni del Regno che sono già in mezzo a noi, e che il profumo della terra accompagni i nostri giorni, riconoscendo il nuovo che già sta fiorendo, “non ve ne accorgete?” (Is 43,19). 

 

A seguire, Roberta Vincini e Francesco Scoppola, Presidenti del Comitato nazionale, hanno condiviso la relazione del Comitato nazionale, citando in apertura Papa Francesco e il suo “cambiamento d’epoca” che caratterizza questo tempo, sottolineando la responsabilità che abbiamo come capi e capo di offrire esperienze efficaci nel fornire prospettive di vita che portino a scelte personali con cui i ragazzi e le ragazze possano costruire il proprio futuro. 

Nell’anno giubilare, infine, un riferimento importante alla speranza, con le parole del messaggio di fine anno del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “La speranza siamo noi. Il nostro impegno. La nostra libertà. Le nostre scelte”. Parole che hanno accompagnato la definizione delle prospettive intuite dal Comitato nazionale e affidate al Consiglio generale per tradurle in linee di azione per l’Associazione.  

 

La speranza siamo noi quando: 

 

  • siamo testimoni di una vita che risponde a una vocazione 
  • educhiamo all’amore 
  • non viene meno il nostro impegno per la pace, la legalità e la giustizia 
  • rendiamo l’esperienza della vita cristiana accessibile ai ragazzi e alle ragazze che camminano e giocano con noi  
  • ci impegniamo nella custodia della casa comune e siamo testimoni dell’ecologia integrale 
  • siamo pienamente responsabili della struttura e non perdiamo di vista la priorità nell’impegno educativo. 

 

A seguire, per aiutare l’Associazione nella riflessione del Consiglio generale relativamente al titolo “Custodi di sogni”, sono intervenuti il dott. Alberto Rossetti, psicoterapeuta, e la prof.ssa Antonia Chiara Scardicchio, Professoressa Associata di Pedagogia Generale e Sociale presso l’Università degli Studi di Bari Aldo Moro. 

 

Il dott. Rossetti, che ci ha ricordato come i ragazzi e le ragazze che ci sono affidati debbano essere i reali protagonisti dei propri sogni, ha suggerito alcuni aspetti da tenere a mente affinché, come capi e capo, possiamo essere reali custodi di quei sogni.  

È necessario custodire il desiderio, che – lontani dai luoghi comuni – non è semplicemente consumare o vincere qualcosa ma è rispondere a una chiamata e scoprire dentro di sé la strada da percorrere. Dobbiamo ricordarci che educare alla libertà significa educare alla responsabilità e a fare delle scelte, e che crescere significa accompagnare i ragazzi e le ragazze a capire chi sono e chi vogliono davvero essere. Infine, l’invito a custodire la singolarità, valorizzando e non trascurando le differenze di ognuno. 

 

La prof.ssa Scardicchio, poi, ha aperto il suo intervento con una domanda, invitando a chiederci cosa chiamiamo sogno, sottolineando come nel corso degli anni abbiamo confuso il sogno con l’obiettivo. Per custodire i sogni occorre non perdere il senso di realtà, accompagnando quanti ci sono stati affidati a percorrere le ombre e le luci che incontrano ogni giorno, nella parte del reale che non coincide con il proprio sogno. 

Ci ha ricordato che per essere testimoni credibili e aiutare i ragazzi e le ragazze nel coltivare i loro sogni è necessario scorgere i segni di speranza senza, tuttavia, negare “la rabbia, il dolore, la disperazione” presenti nelle nostre vite, perché, citando don Tonino Bello, “Additare le gemme che spuntano sui rami vale più che piangere sulle foglie che cadono”. 

 

Dopo la plenaria, i consiglieri generali si sono divisi in gruppi per lavorare sulla relazione del Comitato nazionale e, a chiudere la giornata, prima della presentazione delle candidature, i saluti istituzionali di: 

 

  • Myriam Robbe ed Ernesto Berra – Associazione Italiana Castorini  
  • Franco Caldato, Maria Licursi e don Stefano Zeni – FSE 
  • Mons. Claudio Giuliodori – Azione Cattolica  
  • Massimiliano Costa – MASCI  
  • Filomena Grasso – CNGEI 
  • Matteo Spanò – FIS. 

 

Valeria Leone e Stefano Nova – Redazione Proposta educativa 

 

Si ringrazia per le foto Matteo Bergamini

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