Pillole Consiglio generale 2016

Il Consiglio Generale 2016, spiegato in breve

Il prossimo 23, 24, 25 aprile, il prato e il tendone di Bracciano saranno nuovamente protagonisti di uno dei momenti cardine della vita della nostra Associazione: il Consiglio generale.

Già da qualche giorno sono disponibili sul sito AGESCI i documenti preparatori.

Siccome 104 pagine potrebbero spaventare qualcuno (ma non gli impavidi Consiglieri!), PE vi propone un bignami di tutti i temi che saranno affrontati in questa edizione.

Occhio, però: si tratta solo di una sintesi per capire di cosa si discuterà! Quindi se volete approfondire, vi rimandiamo ai documenti ufficiali.

Infine, ricordate che quelle che seguono sono proposte, che dovranno essere discusse, approfondite, vagliate e decise dal Consiglio Generale.

Relazione del Comitato Nazionale

Il Comitato nazionale presenta la sua annuale relazione, che tocca vari argomenti, tutti centrali e importanti per la vita dell’Associazione: dal tema della partecipazione, su cui ha lavorato in particolare la Branca RS in questi anni, alla memoria della splendida giornata in Piazza San Pietro con Papa Francesco, lo scorso 13 giugno; dall’impegnativo ruolo di costruttori di ponti, che il Santo Padre ci ha affidato, al tema della libertà, mai così centrale nelle nostre vite e nel racconto dei media, a causa degli ultimi attentati terroristici; dalla sfida, offerta dal Giubileo della Misericordia, di essere coraggiosi nell’ordinario quotidiano a quella relativa alle frontiere; infine, il Centenario dello scautismo cattolico, occasione per ritrovare il senso di una scelta e il valore delle nostre radici.

Il Comitato nazionale riferisce poi sull’attuazione dei compiti statutari e sui mandati ricevuti dal Consiglio generale:

  • Capi in situazioni eticamente problematiche
    • Stato di avanzamento del mandato (Mozione 45/2015)
  • Testimonianza dei capi / Patto associativo
    • Percorsi in atto sui temi emersi dalla tavola rotonda del Consiglio generale 2015 (Mozione 41/2015)
  • Accoglienza ragazzi di altre religioni
    • Linee guida per le comunità capi (Mozione 43/2015)
  • Rapporti AGESCI/AIC (Associazione Italiana Castorini) (Raccomandazione 6/2015)

Bilancio di Missione

Il Bilancio di missione è uno strumento di conoscenza, di partecipazione, di trasparenza e ha l’obiettivo di presentare le strategie e i risultati raggiunti nell’anno. Lo trovate qui.

Dal Centro Documentazione al Centro studi e ricerche AGESCI

Questo Consiglio Generale dovrà esprimersi sulla trasformazione del Centro Documentazione AGESCI in Centro studi e ricerche dell’Associazione. Una struttura che, su mandato del Comitato nazionale e in stretta collaborazione con le Branche, l’area metodologica e la Formazione capi, svolgerà attività di ricerca, studio e approfondimento nei settori di interesse dell’Associazione, promuovendo la ricerca e l’identità pedagogica, antropologica e spirituale dello scautismo e guidismo cattolico italiano e valorizzando la loro memoria storica.

Area istituzionale

Revisione dei percorsi deliberativi

Perché i nostri processi non riescono a rispondere puntualmente alle esigenze dei capi e dei ragazzi?

Il Consiglio generale nel 2015 ha ribadito ancora una volta il ruolo centrale delle comunità capi e confermato la percezione di uno scollamento tra il loro sentire e le decisioni assunte nei luoghi dove si esercita la democrazia associativa.

Capo Guida e Capo Scout hanno nominato una commissione ad hoc sul tema. Il contributo associativo è stato stimolato sia attraverso il confronto in Consiglio nazionale, sia attraverso questionari specifici a cui hanno risposto 649 comunità capi, 106 Consigli/Comitati di Zona, i Consigli e i Comitati regionali. La lettura delle risposte ricevute rafforza l’idea della centralità della Zona ed evidenzia una volontà di partecipazione più diretta ai percorsi deliberativi.

Il lavoro è stato suddiviso in tre ambiti, ritenendo comunque gli stessi collegati e nati da un unico percorso di riflessioni:

  • il sistema dei progetti: si vuole dare più centralità al progetto di Zona rispetto a quello regionale mentre il progetto nazionale fornirà idee di riferimento per l’azione dei soci adulti e per la politica associativa di tutti i livelli;
  • il Consigliere generale: è giunto il momento di attribuire il ruolo di Consigliere generale a capi che siano a diretto contatto con i soci adulti e con i Gruppi. I Consiglieri generali vanno quindi identificati tra capi che siano espressione della Zona e che vivano attivamente la vita della stessa.
  • i compiti del Consiglio nazionale: la Commissione ritiene indispensabile l’ampliamento dei suoi compiti, proponendo di trasferire alcune materie attualmente di competenza del Consiglio generale al Consiglio nazionale, visto che spesso il Consiglio generale è chiamato a decidere su aspetti della vita associativa del tutto marginali rispetto alle funzioni principali dell’elaborazione pedagogica del metodo e dell’indirizzo politico.

Ciò che emerge è un forte desiderio di realizzare il nostro disegno originario di Associazione, cioè che essa non sia TOP-DOWN bensì BOTTOM-UP.

Per leggere nel dettaglio le modifiche proposte, puoi leggere l’articolo di Roberta Vincini su PE numero 1/2016

Area Metodologico educativa

Rilettura funzione dei Settori

Ecco le modifiche proposte:

  • Si affidano agli Incaricati alle Branche, in particolare l’R/S, le competenze sugli eventi all’estero per i soci giovani, prima affidate al Settore internazionale;
  • L’Incaricato alla comunicazione acquista anche le competenze dell’incaricato alla stampa non periodica;
  • Il Settore internazionale diventa promotore di iniziative, facilitatore di relazioni e azioni a supporto delle Branche;
  • Sono definite le relazioni dirette tra il Settore di protezione civile, il Coordinamento metodologico e la Formazione capi per offrire un supporto maggiormente efficace all’azione educativa e formativa;
  • Il Settore specializzazioni cambia nome in Settore competenze, cambio che valorizza l’offerta educativa e formativa, introducendo il concetto della competenza che non copre esclusivamente aspetti di natura tecnica ma anche di capacità e abilità correlate ad aspetti educativi e formativi. Viene prevista la possibilità di nominare Incaricati alle competenze anche a livello regionale, chiarendo così il rapporto con il territorio, con particolare riferimento ai rapporti tra basi e regioni;
  • Settore nautico: si specifica il coordinamento progettuale che esiste tra il Settore, le Branche, la formazione e il territorio, anche per aumentare la sensibilizzazione su tale proposta;
  • Il Settore pace, nonviolenza,solidarietà cambia nome in giustizia e pace e vengono ampliati gli ambiti di intervento, che ora diventano: l’educazione del buon cittadino, la pace, la cura dell’ambiente, casa comune dell’uomo, la giustizia sociale, la promozione dei principi costituzionali e l’impegno politico come propulsori di cambiamenti nei territori. Il tutto, in affiancamento con le Branche;
  • Si propone di assegnare le competenze dell’incaricato allo Sviluppo all’Incaricato al Centro studi e ricerche (la cui costituzione deve anch’essa essere approvata dal Consiglio generale);
  • Si specifica che i principali destinatari della proposta dei Foulard Bianchi sono gli R/S.

Luoghi di confronto e partecipazione per gli R/S

Nella verifica della Route nazionale 2014, fatta contestualmente al Consiglio generale 2015, i Rover e le Scolte chiedevano luoghi di confronto e partecipazione per gli R/S in Zona o in Regione quali occasione di lettura delle istanze del territorio, ricoprendo una funzione consultiva. Tale richiesta, che ben si sposa con un lungo percorso di riflessione sulla Branca che va avanti da diversi anni, si concretizza in una proposta in base alla quale i vari organismi associativi, attraverso gli incaricati alla Branca R/S, possono proporre alle comunità R/S occasioni autentiche di ascolto, confronto ed elaborazione di un pensiero politico condiviso.

In tali occasioni i rover e le scolte sono chiamati a contribuire alla vita dell’Associazione e delle realtà in cui vivono, attraverso l’esercizio della rappresentanza e l’assunzione di responsabilità e impegni comuni.

Area Formazione capi

Percorsi formativi

Il Consiglio generale 2012 aveva dato mandato al Comitato nazionale di focalizzare l’attenzione sui tempi necessari per il completamento del percorso formativo sino al conseguimento della nomina a capo, per il periodo 2008-2015.

Sono stati quindi somministrati una serie di questionari ai Responsabili di Zona, ai capi Gruppo e ad un sottoinsieme dei capi che hanno partecipato agli eventi dell’iter e a chi ha conseguito la nomina a capo nell’anno 2013. Inoltre è stata effettuata una analisi storico/statistica sui dati dei censimenti degli anni 2007 – 2015.

Tra i risultati:

  • Per la grande maggioranza dei quadri (Zona-Gruppo) e capi intervistati, il percorso formativo attuale (identificato come crescita nella propria comunità capi e tramite gli eventi dell’iter) è ritenuto adeguato nei contenuti;
  • Tra i quadri (circa il 60% di capi Gruppo e Responsabili di Zona) è diffusa la constatazione che le modalità della scansione degli eventi dell’iter (tempi, calendari) NON siano adeguate;
  • Tirocinio-CFT: sembra che, negli ultimi anni, il percorso di Tirocinio si sia “spostato” dal rappresentare un percorso vissuto all’interno della comunità capi verso la sola partecipazione al CFT (possibilmente poco dopo l’ingresso in comunità capi) e ad alcuni incontri tra tirocinanti in Zona. Rispetto a questi ultimi emerge che la metà dei capi Gruppo NON viene coinvolta;
  • Il progetto del capo è utilizzato nella stragrande maggioranza delle comunità capi (90% ca.) e ritenuto utile da circa l’80% degli intervistati;
  • L’introduzione del CFT (elemento di novità), non migliora né peggiora la tenuta generale dell’Associazione da un punto di vista numerico, pur richiedendo profusione di impegno ed energie, soprattutto al contesto zonale;
  • I “tempi medi della formazione” (anni per la nomina a capo ed anche la tappa finale degli eventi dell’iter, il CFA) non cambiano negli ultimi 7 anni;
  • Tali analisi suggeriscono che l’attuale percorso, unito alla formazione permanente, è decisamente di supporto ai capi ma c’è bisogno di maggiore flessibilità nella scansione dei tempi e nel loro legame con le autorizzazioni delle unità.

Iter Formazione capi – Autorizzazione apertura unità

Le analisi numeriche sui dati evidenziano che la gran parte dei capi unità si divide fra coloro che hanno completato l’iter e coloro che lo stanno effettuando. Si è quindi notato che spesso si conclude l’iter formativo non tanto per progettare il percorso formativo secondo le proprie esigenze e bisogni ma solo per la necessità di “censire l’unità”. Pertanto l’iter di formazione spesso non viene visto come un’opportunità ma come un passaggio burocratico e “necessario”.

In tal senso, proporre la partecipazione al CFM solo dopo la conclusione di un anno di tirocinio, significa valorizzare il ruolo della comunità capi, permettere al socio adulto una partecipazione più consapevole ed alla Formazione capi di elevare la qualità della proposta formativa.

Inoltre, partecipare al CFA dopo 10 mesi dal CFM, come previsto dall’art. 56 forse non risponde agli obiettivi specifici del campo, tra cui quello di verificare e sintetizzare la propria esperienza educativa e formativa. I 10 mesi diventano quindi 12 e si propone di slegare l’aspetto dei censimenti dalla necessaria partecipazione al CFA, per favorire una partecipazione maggiormente dettata dal bisogno di ritagliarsi uno spazio di verifica personale e del proprio servizio educativo. Pertanto il capo che ha partecipato al CFM può ottenere l’autorizzazione a guidare l’unità per 4 anni.

Si ribadiscono, infine, la centralità della comunità capi in questo processo nonché il ruolo della Zona, che deve essere non un “controllore” ma un efficace supporto alla comunità capi.

Compiti del capo Gruppo

Si propone di esplicitare l’assoluta importanza del capo Gruppo quale primo quadro e principale formatore all’interno della comunità capi.

Comunità capi sperimentazioni/buone prassi

Per la ricognizione delle sperimentazioni/buone prassi all’interno della comunità capi, erano state inviate mail a tutte le Zone e Regioni. Purtroppo sono pervenute soltanto le risposte della Regione Friuli Venezia Giulia e delle Zone di Livorno e Como: troppe poche risposte per trovare piste risolutive.

Area Organizzazione

Codice etico

Il Comitato nazionale ha ritenuto necessario, anche per adempire a quanto previsto dal D.L.vo 231/2001 di redigere ed approvare un Codice etico. Tale Codice trova piena applicazione al livello nazionale. La modifica statutaria proposta attribuisce al Consiglio nazionale la funzione deliberante dello stesso nonché dei suoi eventuali aggiornamenti, su proposta del Comitato.

Fondo immobili

Con la soppressione dell’Incaricato al demanio la gestione del Fondo immobili è affidata agli Incaricati all’organizzazione nazionali. Pertanto si rende necessario aggiornare il Regolamento Fondo immobili per adeguarlo alle modifiche delle strutture associative, prevedendo che possano delegare l’istruttoria sui progetti pervenuti all’Ente Nazionale Mario di Carpegna.

Fondo imprevisti

Sulla base dell’esperienza concreta di utilizzo del fondo negli ultimi anni si propone, tra le altre cose, di innalzare dall’1% al 2% la quota delle entrate dai censimenti che va ad alimentare il fondo.

Comunità basi AGESCI (CBA)

Con questa proposta, si vuole dare un riconoscimento formale alle basi AGESCI nelle regole dell’Associazione. Ad oggi, non sono presenti nello Statuto mentre il regolamento le cita in maniera indiretta. Al 31 agosto 2015 la CBA è composta da 51 basi, di cui 32 gestite direttamente da AGESCI nei suoi livelli.

Pantalone blu tecnico

Si propone, dopo l’assenso delle cooperative e della Commissione uniformi, di eliminare il pantalone blu tecnico dai capi dell’uniforme, viste le scarse vendite registrate.

Emblema dell’associazione

Si propone che l’AGESCI provveda direttamente alle pratiche di deposito, registrazione e rinnovo dell’emblema dell’associazione, senza il tramite dell’Ente Mario di Carpegna.

Chiamate al servizio e candidature

Numerose sono le chiamate al servizio: la Capo Guida, il Presidente del Comitato nazionale, l’Incaricata nazionale alla Formazione capi, l’Incaricato nazionale alla Formazione capi, l’Incaricata nazionale alla Branca E/G, l’Incaricata nazionale alla Branca R/S, un componente la Commissione economica.

Ecco le candidature pervenute:

  • Capo Guida: Donatella Mela (Liguria)
  • Presidente del Comitato nazionale: Matteo Spanò (Toscana)
  • Formazione capi femminile: Maria Paola Gatti (Lombardia)
  • Formazione capi maschile:
    • Nunzio Zagara (Sicilia)
    • Diego Zanotti (presentato dalla Regione Lombardia)
  • Incaricata E/G: Maria Iolanda Famà (Lazio)
  • Incaricata R/S: Giorgia Sist (Friuli Venezia Giulia)

La redazione di Proposta Educativa

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