“Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio”

Le urla di dolore provenienti dall’Ucraina, dal conflitto in Medio Oriente e da tante altre parti del mondo chiedono come interrompere tali sofferenze.

Che cos’è la pace, che tutti invocano ogni volta che la violenza uccide la convivenza tra singole persone e tra popoli? Che forma ha? Che colore ha?

L’assenza di guerra è già di per sé utile ed è paragonabile ad un campo da arare dove piantare semi di pace.

Ma è il lavoro del contadino, che accudisce il campo con giustizia ed equità durante il lento susseguirsi delle stagioni, che permette alle piantine di crescere e produrre frutti di pace per lungo tempo.

Ha quindi una forma la pace? Ha le sembianze più diverse, ma che si devono completare tra loro per far scaturire un disegno che deve poter esser riconosciuto e condiviso da tutti.

Ha un colore la pace? No, non ha un solo colore o una sola bandiera, bensì tutti i colori che contraddistinguono il cielo nelle ore del giorno e nei mesi dell’anno.

Le giovani generazioni hanno il diritto di poter crescere verso un futuro di pace duratura dove violenza e persecuzioni siano abolite e i diritti umani fondamentali siano garantiti. Agli adulti spetta il compito di preparare questo campo.

La Dichiarazione dei diritti umani all’art. 2 recita: Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione.

Con dolore si riscontrano nel nostro Paese delle prese di posizione che preoccupano e gettano ombre sugli appelli al cessate il fuoco, che oggi più che mai deve essere sollecitato a livello globale. Non è concepibile rispondere alla violenza con altrettanta violenza.

L’AGESCI condivide e fa propria l’esortazione di Papa Francesco per favorire il dialogo che edifica la pace.

Consapevole delle complessità delle tensioni in atto nel mondo, l’AGESCI si impegna nel continuare a costruire esperienze di convivenza pacifica, conoscenza e collaborazione tra giovani attuandole nel Paese, e ovunque ve ne sarà la possibilità, attraverso il metodo scout.

Crediamo fermamente che così facendo si potrà insieme contribuire alla costruzione di un unico disegno di pace tra forme e provenienze diverse.

Chiede nel contempo agli uomini e donne di buona volontà che ci governano che siano coinvolti tutti e suscitino nel Paese ideali da artigiani di pace e costruttori di una architettura di pace che faccia sentire ogni popolazione coinvolta capita e accolta.

A tutti coloro che possono intercedere presso le popolazioni in guerra chiediamo di farsi “contadini”. Sostenere cioè con costanza e perseveranza ogni iniziativa che, con giustizia ed equità, possa portare la pace in tutti i territori che soffrono. Chiediamo inoltre una particolare attenzione e rispetto per i bambini e per i giovani.

L’AGESCI si sente uno strumento a servizio della pace per accompagnare i giovani verso le future stagioni del mondo.

La pace sia con tutti e per tutti.

 

Roma, 13 novembre 2023

Il Comitato nazionale AGESCI

 

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