Abitare l’oggi, #CG2024 Il primo giorno 

 

Laura Bellomi
Caporedattrice Proposta educativa 

 

L’alzabandiera con i Consiglieri generali più giovani e una squadriglia femminile e una maschile, gli sbandieratori del Clan del Roma 122, l’inno di Mameli per celebrare il giorno della Liberazione e l’emozione palpabile di chi sa di star partecipando a un evento storico. È cominciato così, il 25 aprile, il 50° Consiglio generale di AGESCI, dopo cinque anni di nuovo a Bracciano.  

 

“Celebrare i 50 anni significa ribadire che vogliamo abitare l’oggi”, hanno detto Daniela Ferrara e Fabrizio Marano, Capo Guida e Capo Scout d’Italia. “Da decenni educhiamo in un oggi sempre diverso rispetto a ieri, fedeli ma sempre in cammino, ogni volta su strade nuove. È significativo che il Consiglio generale quest’anno cominci il 25 aprile: la nostra proposta educativa non è neutrale, l’educazione è sempre di parte e  noi la caratterizzeremo con le parole di papa Francesco: “Tutti dentro”, in nome della prossimità, dell’accoglienza e dell’inclusività”.  

 

I presenti sono circa 400 fra Consiglieri generali, Capo Guide e Capi Scout, Presidenti del Comitato nazionale e Assistenti ecclesiastici generali che hanno accompagnato l’Agesci in questi 50 anni di storia: per riuscire a inquadrare tutti nella foto di gruppo, serve salire su una scala. 

 

Gli interventi si susseguono uno dopo l’altro.
Mario Sica, unico Lupo di bronzo italiano (onorificenza attribuita dal Comitato Scout Mondiale), ripercorre i primi anni di AGESCI ricordando in particolare in contributo di Giancarlo Lombardi e Riccardo Della Rocca.   

Attilio Favilla (Capo Scout dall’85 all’89), Ottavio Losana (Capo Scout dal ’79 all’85), Maria Scolobig (Capo Guida dall’83 all’85 e Presidente dall’85 all’89), Giovannella Baggio, (Presidente dall’80 all’85 e Capo Guida dal ’96 al ’99), fra i protagonisti della fondazione di AGESCI, raccontano poi del 4 maggio 1974. “Si percepiva che saremmo arrivati al voto positivo, ma sentivamo anche forti resistenze soprattutto dall’ambiente ecclesiastico, spaventato da quella che definiva “promiscuità” educativa e dallo sbilanciamento politico delle istanze associative – ricorda Ottavio – Abbiamo voluto predisporci al cambiamento senza trincerarci. Lo scautismo è sempre stato profetico, e questo è vitale anche oggi, più che mai”.  

Aggiunge Giovannella: “Ero arrivata con l’idea di dire no alla fusione. In AGI parlavamo di educazione non emarginante, di ruolo della donna, sentivamo il vento del ’68, eravamo concentrate sul sociale. L’ASCI invece ci spaventava, ci sembrava molto strutturata, le tecniche per loro avevano tanta importanza. Ma ci siamo convinte che dire di no voleva dire a quel punto allinearsi alla parte più tradizionalista dello scautismo. E allora abbiamo scommesso su una via terza e su quel Patto Associativo che avevamo contribuito fortemente a impostare”.

“Abbiamo saputo guardarci dentro, guardarci intorno e guardare lontano. Il metodo ci è stato di grande aiuto sia per scorgere somiglianze si per tener conto delle differenze. Credo che le due associazioni siano entrambe migliorate incontrandosi nell’imparare facendo”, interviene Maria. Quindi Attilio, che con i suoi 93 anni è più anziano: “È servita pazienza, costanza ma ce l’abbiamo fatta. L’educazione non si fa in massa e qui oggi vedo meravigliosi rapporti umani. Abbiate fantasia! Siate nuotatori dal fiato lungo che sanno buttarsi in molti modi diversi, con fantasia e diversità di competenze e sensibilità”.  

Si procede poi con i lavori di gruppo “Felici di essere profeti in un mondo nuovo” e gli approfondimenti guidati da Capo Guide, Capi Scout, Presidenti del Comitato nazionale e Assistenti ecclesiastici generali che hanno accompagnato l’AGESCI in questi primi 50 anni.  

Dopo cena, un brindisi, la grande torta del cinquantesimo e la festa con “50 anni come d’in…canto” a cura della Pattuglia Scout Music e commissione 50°. Ancora Capo Guida e Capo Scout: “Vogliamo sperare, anzi ne siamo certi che i prossimi 50 anni saranno quelli di generazione di felicità e impegno per i nostri ragazzi e per tutte le capo e i capi delle associazioni”.
Una speranza che – già in questo primo giorno di Consiglio generale – sa di certezza.  

Foto di Matteo Bergamini, Andrea Pellegrini.

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