La profezia dell’AGI

Dopo appena un anno, l’8 dicembre 1944, in una data certamente significativa, giunge da parte di Papa Pio XII l’approvazione della costituzione dell’Associazione delle Guide Italiane.

P. Agostino Ruggi d’Aragona op, nel marzo del 1945, all’interno di una conferenza, dichiara con entusiasmo: «In un momento in cui tutti parlano – ed a ragione – di disastri, di tempi oscuri ed incerti e di avvenire più oscuro ed incerto ancora… io vi parlerò invece di speranza e di primavera… la vita, per fortuna e per disegno della Provvidenza, è più forte di noi e in un certo qual modo vince la morte! Il guidismo è un metodo educativo che, tenendo conto degli istinti più profondi e preziosi delle bambine e delle giovani, ne favorisce ed organizza l’esercizio per la formazione del carattere e del carattere cristiano. Un tale metodo vale la pena di essere tentato. Lavoriamo con la convinzione di spargere il regno di Dio nelle anime e ciò basta a darci coraggio e fiducia».

Il nome “guida” è il migliore che possa essere dato ad una ragazza, quale alto richiamo agli ideali a cui essa si sta preparando: competenza e responsabilità.

La storia che è stata tracciata dalle capo dell’AGI ha dei segni inconfondibili: la libertà di un impegno preso per costruire delle donne capaci di testimoniare i valori in cui credono, il forte senso di responsabilità che permette di superare ostacoli e diffidenze, la scoperta di poter esprimere la personalità di donna nella Chiesa. Una storia che ci testimonia il coraggio di imboccare strade nuove, la capacità di andare controcorrente e di collaborare a lasciare il mondo un po’ migliore.

I passi di profezia e impegno condotti dall’AGI incrociano già dalla fine degli anni quaranta la sfida del mondo della disabilità, promuovendo e sviluppando in Italia, così come avveniva anche all’estero, il Guidismo Malgrado Tutto, attraverso la nascita di diverse unità (o gruppi disseminati) che offrivano la possibilità a bambine, ragazze e giovani con problematiche di salute di varia natura di vivere appieno l’esperienza scout, con tutto il valore di cui la proposta educativa è suscitatrice.

«Il fatto che delle ragazzine e delle giovani abbiano una legge, si impegnino con una Promessa e concretizzino il loro ideale in frasi programmatiche esprime sufficientemente la loro serietà e il coraggio di prendere una posizione precisa in seno al mondo giovanile moderno. L’AGI è una associazione che nel metodo scout ha scoperto delle inesauribili sorgenti di vita, delle tracce di un cammino che, snodandosi nel tempo e assumendo ritmi e colori diversi, è sempre su una direzione di perfezione umana e offre delle occasioni stupende di apertura a tutta la realtà senza confini e delle possibilità concrete di una femminilità genuina e senza complessi.

È una comunità di cristiani che nella Chiesa ha il suo compito di comunità laicale con una spiritualità specifica, con i suoi mezzi e le sue prospettive, con i suoi Capi e i suoi sacerdoti, cristiani che sanno di avere nella Chiesa una presenza qualificata, di avere un messaggio particolare da unire a tutti gli altri messaggi di tanti e tanti altri uomini, e così annunciare la parola di Dio in una maggiore completezza e portare al mondo giovanile la certezza e la luce che parte da Dio e che illumina ogni uomo che viene nel mondo» (Don Giorgio Basadonna, Assistente Ecclesiastico centrale dell’AGI, estratto da: Un annuncio del Regno di Dio. Il Guidismo, Ancora 1970).

«Agli inizi degli anni settanta, l’AGI, nell’intento di non disperdere la ricchezza di esperienze, tentativi, intuizioni, e l’apporto di pensiero di tante persone, si mette al lavoro per definire il progetto educativo che raccolga le scelte maturate. È un lavoro che parte dalle motivazioni di fondo che conducono alle quattro linee del progetto: scelta educativa, scelta politica, scelta cristiana, scelta scout. È questo patrimonio di pensiero, ricerca, errori, esperienze, spiritualità, che I’AGI affida alle sue Capo e responsabili quando, il 4 maggio 1974, decide di iniziare un nuovo cammino che diventa cammino comune con I’ASCI» (Cecilia Gennari Santori Lodoli).

A cura del Centro Documentazione

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