Convegno Zone, terzo e ultimo giorno

D’altra parte B.P. l’aveva detto: “Sarà strano, ma personalmente per le uscite preferisco l’inverno”. La terza e ultima giornata del Convegno Zone non poteva che cominciare sotto la pioggia. Nonostante la stanchezza e le tende bagnate, l’atmosfera è stata però viva e partecipata, esattamente come nei giorni precedenti.

Messa alle 7.30 – siamo fragili, canne incrinate, ma il Verbo si è fatto carne – e poi subito in plenaria per la tavola rotonda “Fedeltà e sostegno: la missione della Zona”. Mattinata dedicata quindi al ruolo della Zona, cerniera con il territorio, luogo che valorizza le persone e dà vita a dinamiche d’inclusione.

Due gli esperti interpellati: Johnny Dotti, imprenditore sociale e “mattatore” di riflessioni pedagogiche, e Giovannella Baggio, già Capo Guida, che ha focalizzato il tema fedeltà calandolo nella realtà associativa.

Dotti ha esordito sparigliando le carte: “Prima di discutere di fedeltà bisogna capire cos’è la comunità. Parliamo di comunità ma agiamo secondo pratiche d’immunità. In una società funzionale, che ci vuole individui separati, il rischio è diventare una comunità efficiente, ma non generativa”.

Cosa significa quindi essere comunità? Per un’Associazione che ha molto a cuore questa dimensione, la domanda suona quasi provocatoria. Ma, avvisa Dotti, questa volta conviene mettere da parte la presunzione di sapere e lasciar sedimentare le idee. “Comunità è un modo di abitare l’esistenza, una scelta di campo di natura antropologica. Non basta essere fedeli al fazzolettone, noi siamo battezzati che condividono un cammino esistenziale”.

Un cammino esistenziale quanto mai concreto, che chiede di essere condiviso: “Se la comunità è autoimmune, chiusa, non sta “dentro” al Paese. Bisogna, invece, essere missionari fra tutti i giovani: uscite dall’enclave scout”, ha detto ancora Dotti.

Con Giovannella Baggio il discorso si è concretizzato sulle strutture associative. “La Zona è luogo di fedeltà, fedeltà alla propria storia, alla formazione personale, ai valori dello scautismo e del Guidismo, al futuro. Zona è respiro profondo, appartenenza. Per questo è importante lo stile con cui la si vive. Deve essere motivante, servono contenuti ben declinati ma anche atmosfera e stile: “Che tutto abbia significato e, allo stesso tempo, stimoli al significato”.

72 anni di cui 50 di Guidismo, Giovanella parla ricordando anche la propria esperienza. “La Zona è fedeltà alla ricerca di un equilibrio di vita. Fare i capi non è facile, abbiamo bisogno di contenuti e umanità. La persona matura sa trovare l’equilibrio di vita fra servizio, famiglia, lavoro, che vuol dire serenità interiore”.

Avanti con ulteriori riflessioni sulla fedeltà, che non è fedeltà all’Agesci ma “all’essere uomini e donne che dicono Eccomi agli altri per tutta la vita”, dice ancora la ex Capo Guida. Giovannella e Johnny Dotti concordano poi su un altro tema chiave: l’importanza di un’educazione che guardi a ragazze e ragazzi nella loro differenza di genere.

“Elaborate pensieri e azioni trinitarie: siate missionari delle esperienze d’insieme, che tengono uniti spirito, corpo e intelligenza. Onorare la tradizione è far sentire ai bambini l’acqua sulla testa, non essere “criceti efficienti” dell’Associazione”, ha chiuso Dotti prima di lanciare l’idea di una giornata nazionale “a scuola camminando”, promossa dagli scout.

I 35 facilitatori per i lavori di gruppo, i quattro Clan e gli amici del Masci per la cambusa sempre pronta, i Focolarini per l’accoglienza, i relatori e Sergio Bottiglioni, moderatore delle tavole rotonde… l’elenco delle persone che hanno reso possibile la tre giorni è lungo, ma dopo i lavori di gruppo sulla Riforma Leonardo i Presidenti del Comitato nazionale e l’Assistente generale non mancano di dire grazie a tutti. “Molti sentimenti abitano oggi il nostro cuore – dicono Barbara Battilana, Vincenzo Piccolo e padre Roberto Del Riccio – la serenità, venuta dagli spazi che ci hanno ospitato, la sorpresa, nata dall’ascolto reciproco, la meraviglia scaturita dal riconoscerci nelle diversità dell’altro. Il Convegno è stato una sosta preziosa lungo il nostro cammino”.

Ascoltare, abbiamo imparato in questi giorni, è la prima tappa del cammino di discernimento. Poi si passerà, a suo tempo, all’interpretazione e alla scelta. Ci salutiamo con “Manda me”, colonna sonora del Convegno, e ogni gruppo di lavoro attacca “le sue parole” sull’albero, affidando così il contributo dei laboratori #RiformaLeonardo all’Associazione. Da Loppiano ognuno s’incammina verso casa. A colpo d’occhio, l’Associazione è viva e in cammino.

di Laura Bellomi – Proposta educativa

Foto di Andrea Pellegrini

 

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